PER RIPORTARE ALLA LUCE i pigmenti originali dei rilievi del tempio di Esna, i restauratori tedeschi ed egiziani hanno dovuto rimuovere diversi strati di polvere e fuliggine, nonché tracce di escrementi di uccelli, ragni e vespe, prima di poter raggiungere lo strato policromo originale senza danneggiarlo. Per farlo, hanno utilizzato strumenti di ogni tipo, dagli stuzzicadenti agli scalpelli, dalle spugne ai pennelli. Poi, con grande delicatezza, hanno tamponato la superficie con del cotone imbevuto di acqua distillata con l’obiettivo di riportare allo stato originale i colori, realizzati con pigmenti minerali. Alcuni di questi, soprattutto il blu e il verde, erano sbiaditi a causa del fumo. Per evitare danni futuri, uno dei primi interventi è stato quello di proteggere il soffitto impedendo agli uccelli di nidificarvi.…
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Storica (Digital) - 1 Issue, N. 187