Era il 1874 e il colle Esquilino di Roma, situato tra i fori imperiali e la basilica di San Giovanni in Laterano, era irriconoscibile. Le ville rinascimentali che lo avevano occupato fino ad allora (la Peretti Montalto, la Palombara, la Caetani, la Ludovisi…) erano in procinto di essere demolite, insieme ai bellissimi giardini e vigneti che le circondavano. Sui terreni acquistati o confiscati dallo stato erano in costruzione grandi condomini per far fronte all’incremento demografico legato ai tanti migranti che affluivano a Roma in cerca di un futuro migliore. Solo nel 1871 la città era stata proclamata capitale del neonato regno d’Italia, e la sua trasformazione in una grande metropoli era appena all’inizio.
L’adattamento del terreno collinare, l’installazione del sistema fognario e lo scavo delle profonde fondamenta dei nuovi edifici…
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Storica (Digital) - 1 Issue, N. 184