LA MORTE DI MARCO GIUNIO BRUTO

Il capo repubblicano accettò la disfatta a Filippi e preferì il suicidio alla fuga. Il biografo Plutarco accenna a un'inquietante apparizione che lasciava presagire la fine del cesaricida.

«Io sono, Bruto, il tuo cattivo genio. Mi rivedrai a Filippi!». Bruto era colto, aveva notevoli doti oratorie e amava la filosofia ma, come la maggior parte dei romani, era superstizioso. Racconta Plutarco che una notte, poco prima che l'esercito salpasse dall'Asia alla volta della Macedonia, Bruto «stava meditando tra sé […] quando gli parve di sentire che entrasse una persona. Guardando alla porta vide un'orrenda e strana figura. Un corpo insolito e terribile che gli andò davanti senza proferire parola. Allora arditamente l'interrogò: “Chi sei tu, uomo o dio? E che vieni a fare da me?” E il fantasma a voce bassa gli rispose: “Io sono, Bruto, il tuo cattivo genio. Mi rivedrai a Filippi!”. E Bruto a lui senza smarrirsi: “Sì, ti rivedrò”». E così in effetti fu.…

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Storica (Digital) - 1 Issue, N. 186

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