Dalla guerra d'Etiopia alla fine della Seconda guerra mondiale: questo l'arco temporale in cui vengono analizzati, in quest'opera, i raid bellici a lungo raggio della Regia Aeronautica. La Regia Aeronautica, Arma prediletta del regime fascista, entra nella Seconda guerra mondiale, cos come Esercito e Marina, alquanto impreparata.La componente caccia, composta per la maggior parte da biplani Fiat C.R.32 e C.R.42, non poteva competere con i pi potenti caccia monoplani che ormai stavano costituendo il nerbo degli Squadron britannici. Cos dicasi per gli Stormi da bombardamento, dove la maggioranza della forza era costituita da Fiat B.R.20 e superati Savoia-Marchetti S.M.81.Nonostante questo divario tecnologico i piloti egli equipaggi seppero rendersi protagonisti di raid che ottennero l'ammirazione e il rispetto del nemico.Purtroppo questi raid offensivi, anche se recarono disturbo e relativa apprensione presso i comandi Alleati, non furono che "punture di spillo" nel fianco del nemico. Le azioni rimasero fine a s stesse ma aiutarono, in apparenza, a ridare un briciolo di speranza alla popolazione e ai combattenti ormai stremati da una guerra senza grandi prospettive di vittoria.
Dalla guerra d'Etiopia alla fine della Seconda guerra mondiale: questo l'arco temporale in cui vengono analizzati, in quest'opera, i raid bellici a lungo raggio della Regia Aeronautica. La Regia Aeronautica, Arma prediletta del regime fascista, entra nella Seconda guerra mondiale, cos come Esercito e Marina, alquanto impreparata.La componente caccia, composta per la maggior parte da biplani Fiat C.R.32 e C.R.42, non poteva competere con i pi potenti caccia monoplani che ormai stavano costituendo il nerbo degli Squadron britannici. Cos dicasi per gli Stormi da bombardamento, dove la maggioranza della forza era costituita da Fiat B.R.20 e superati Savoia-Marchetti S.M.81.Nonostante questo divario tecnologico i piloti egli equipaggi seppero rendersi protagonisti di raid che ottennero l'ammirazione e il rispetto del nemico.Purtroppo questi raid offensivi, anche se recarono disturbo e relativa apprensione presso i comandi Alleati, non furono che "punture di spillo" nel fianco del nemico. Le azioni rimasero fine a s stesse ma aiutarono, in apparenza, a ridare un briciolo di speranza alla popolazione e ai combattenti ormai stremati da una guerra senza grandi prospettive di vittoria.