PERCHÉ LA DITTATURA ARGENTINA CENSURÒ LA CARRA?

Il regime militare al potere in Argentina dal 1976 al 1983, guidato dal generale Jorge Rafael Videla, censurò duecento brani musicali ritenuti anticristiani e antioccidentali o semplicemente troppo audaci. E accanto ai trasgressivi Queen o Rod Stewart, finirono nel mirino anche insospettabili italiani come Claudio Baglioni (Questo piccolo grande amore), Gino Paoli (La donna che amo) e Nicola Di Bari (Mia). A essere proibiti dunque non furono i brani di protesta dei cantautori “impegnati” come Guccini, ma quelli d’amore o leggeri, come il tormentone Tanti auguri di Raffaella Carrà. Una scelta inspiegabile allora come lo è ancora oggi, eppure andò proprio così. SONO SOLO CANZONETTE. L’insolita epurazione venne alla luce nell’estate del 2009, nel corso della progressiva desecretazione di numerosi documenti della dittatura militare. La stampa pubblicò un dispaccio, datato luglio…