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67 Articles

Se siete genitori, pensate a come eravate all’età dei vostri figli. Quali giochi facevate, o come passavate il tempo con gli amici. Il confronto potrà sorprendervi. In nessun’altra epoca la società è cambiata tanto rapidamente. I genitori di oggi non solo non avevano un cellulare, ma probabilmente erano già grandicelli quando hanno visto il primo computer. A scuola si alzavano in piedi quando entravano i professori, da piccoli giocavano per strada, e al liceo non programmavano un anno di studi all’estero. Capire questi cambiamenti è il primo passo per fare bene il mestiere del genitore. Se siete figli, pensate a come potevano essere mamma e papà alla vostra età. Avranno probabilmente avuto dubbi e incertezze simili alle vostre, seppure declinate diversamente, nel mondo degli anni ’70 e ’80. Avranno affrontato…

1 FAMIGLIE PANDA

In Italia mancano i bambini. Perché sempre di più mancano le mamme. Così infatti si spiega, almeno in parte, quella che il presidente dell’Istat ha definito «la crisi di natalità più grave di sempre, paragonabile soltanto a quella degli anni della Prima guerra mondiale e dell’epidemia di influenza spagnola del 1918-1920». Secondo i dati, infatti, l’Italia sta vivendo il peggior calo demografico da 100 anni a questa parte: nel 2018 sono stati iscritti all’anagrafe solo 439.747 neonati, circa 140.000 in meno rispetto al 2008. Ma ancora più drastica è la diminuzione della popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni che, nello stesso decennio, è scesa di 900.000 unità, spiegando la gran parte del calo delle nascite. UNA SCELTA INGIUSTA. «Dagli anni ’70 in poi la generazione delle figlie…

1 FAMIGLIE PANDA

Soltanto gli stranieri tengono alta la natalità

Per diverse ragioni, in Italia si fanno sempre meno figli – il numero medio è di 1,32 per donna, rispetto a 1,45 di 10 anni fa –. Ma il cosiddetto “declino demografico” è in parte rallentato dalla crescita dei cittadini stranieri che si sono stabiliti nel nostro Paese e che, per fortuna, hanno avuto figli. NUOVI ARRIVI. Tra il 2008 e il 2018, i cittadini stranieri sono aumentati di circa un milione e mezzo. Al 21 dicembre 2018 quelli iscritti all’anagrafe sono 5.255.503, e rispetto al 2017 sono aumentati di 111.000 (+2,2%), arrivando a costituire l’8,7% del totale della popolazione residente. VAGITI MULTIETNICI. Rispetto alle nascite, nel 2018 i neonati stranieri sono stati 65.444, ovvero il 14,9% del totale dei nati in Italia. Le nascite dei bambini stranieri si concentrano…

3 GENITORI A UNA CERTA ETÀ

Non ci sono più i genitori di una volta. E non parliamo di quelli severi e distaccati, che si facevano dare del lei: quelli sono scomparsi da un pezzo. Il fatto è che non si trovano quasi più i genitori di 20 o 25 anni, che per la maggior parte della storia umana sono stati la norma. È infatti a quell’età che la biologia ci vorrebbe genitori. L’età più fertile, per le donne ma anche per gli uomini, e quella in cui si hanno più energie per crescere i figli. Tant’è vero che quando parliamo di “generazioni” le facciamo tipicamente durare 20 anni, proprio perché quello era, un tempo, l’intervallo tipico tra l’età dei genitori e quella dei primi figli. Oggi invece, in Italia, l’età media delle madri alla nascita…

3 GENITORI A UNA CERTA ETÀ

4 FIGLI DEL DNA O DI PAPÀ E MAMMÀ?

Vorrei un figlio ambizioso, intelligente, amabile e generoso. Come posso fare? Ben poco, secondo lo scienziato Robert Plomin, autore di L’impronta genetica (Raffaello Cortina). Benché molti genitori siano convinti di poter influenzare aspetti importanti del carattere e della personalità dei figli, dice Plomin, le ultime ricerche rivelerebbero che ciò che i bambini diventeranno è per lo più già scritto, in un codice oggi sempre più decifrabile: quello del Dna. Nel definire la personalità, quanto contano i geni e quanto l’educazione dei genitori NATURA O CULTURA? Plomin si inserisce in una questione annosa, riassunta nell’espressione anglosassone nature or nurture? (tradotta in italiano come “natura o cultura?”). Perché siamo quello che siamo? Quanto contano il Dna, l’ambiente in cui siamo cresciuti, gli eventi casuali – belli e brutti – che hanno segnato…

4 FIGLI DEL DNA O DI PAPÀ E MAMMÀ?

5 SE I RAGAZZI VI SFIDANO CONTATE FINO A 10

La fine dell’infanzia e soprattutto l’adolescenza sono da sempre fasi critiche del rapporto fra genitori e figli. Negli anni in cui si formano ed emergono con forza il carattere, la personalità e la voglia di indipendenza, ogni piccolo contrasto può infatti trasformarsi in un conflitto. Spesso i figli non si sentono compresi e vedono i genitori come severi “maestri” che dettano regole. Per contro, mamma e papà possono sentirsi spiazzati di fronte alla trasformazione repentina di quello che fino a poco prima era “il loro bambino”. FLESSIBILITÀ. Secondo uno studio dell’Università di Rochester (Usa), pubblicato sulla rivista Development and Psychopathology, in queste fasi cruciali l’atteggiamento dei genitori diventa determinante. È infatti possibile ridurre i conflitti e migliorare la relazione in famiglia diventando meno rigidi nell’imporre disciplina e imparando a gestire e…

5 SE I RAGAZZI VI SFIDANO CONTATE FINO A 10

6 Perché i nonni sono più permissivi

Nella gestione della delicata triangolazione fra nonni, genitori e figli, è importante considerare le differenze tra le relazioni in gioco. In particolare, i nonni sono liberi da pressioni pedagogiche e possono quindi permettersi di essere più permissivi e rilassati nel rapporto coi nipoti. Per questo, quando i bambini sono affidati a loro gli strappi alle regole sono più frequenti. Queste piccole scappatelle, anzi, servono anche a rinsaldare la relazione fra gli anziani e i giovani della famiglia. VANTAGGI E SVANTAGGI. Questo atteggiamento ha dei pro e dei contro. Per esempio, alcune ricerche hanno messo in luce che la relazione coi nonni aumenta il benessere psicofisico dei bambini e ne migliora l’umore. Tuttavia, «quando i genitori si affidano troppo a loro si possono creare degli squilibri», dice Maria Claudia Anselmi, pedagoga…

7 QUATTRO TIPI DI GENITORI

«L’essere umano non può essere classificato per categorie: questo è bene tenerlo sempre a mente. Tuttavia, in base alla mia esperienza sul campo, dico che è possibile individuare almeno quattro possibili modalità nelle relazioni fra genitori e figli». Questa la premessa di Luigi Ballerini, psicanalista e autore di numerosi libri di successo per ragazzi e adulti. Nel saggio Chioccia, tigre, elicottero, spazzaneve (San Paolo), Ballerini traccia un ritratto piuttosto preciso dei genitori contemporanei, identificando quattro stili educativi, tutti un po’ estremi, nei quali si rischia di cadere se si segue semplicemente la propria inclinazione. Ciascuna tipologia è figlia di una debolezza che i genitori dovrebbero identificare, magari facendosi un esame di coscienza. LA MAMMA TIGRE. La figura più nota al grande pubblico è forse quella della “mamma tigre”, teorizzata da…

7 QUATTRO TIPI DI GENITORI

8 CHE GENITORE SEI?

Attribuisci un valore a ciascuna delle seguenti affermazioni: segna il numero 0 se la frase non ti rappresenta per nulla; 1 poco; 2 abbastanza; 3 molto; 4 in pieno. 1. Credo che un genitore debba sapere ogni dettaglio della vita di suo figlio. 2. Ci piace fare le stesse cose. 3. Quando sbaglia lo invito sempre a ragionare sulle sue azioni. 4. Non mi piace che salga in auto di amici e conoscenti, anche se fidati. 5. Non credo alle imposizioni, perché i figli devono imparare ad autoregolarsi. 6. È importante che mio figlio vada bene sia negli studi che nelle altre attività. 7. Mio figlio mi dice tutto e anch’io gli racconto ogni cosa di me. 8. Da lui mi aspetto che riesca a gestire le sue emozioni. 9.…

8 CHE GENITORE SEI?

Fai i conti e scopri se sei...

APPRENSIVO Sei molto attento e presente: trasmetti a tuo figlio calore e interesse per ciò che vive. Tendi però a essere troppo ansioso e questo può renderlo insicuro. Lo conferma una ricerca dello University College di Londra, che ha studiato lo sviluppo di oltre 5.000 persone fin dalla loro nascita: un genitore iperprotettivo limita l’indipendenza dei figli e dà loro la sensazione di non essere in grado di affrontare le varie situazioni della vita. AMICHEVOLE Raccontarsi tutto, scherzare, vivere esperienze assieme: sei un genitore così e tuo figlio si sente capito. Attento, però, a restare anche una guida autorevole, che dà regole e pone limiti. Secondo uno studio dell’Università del New Hampshire (Usa), i bambini cresciuti in modo troppo permissivo accusano la mancanza di figure di riferimento affidabili e sicure…

Fai i conti e scopri se sei...

9 CHE FIGLIO SEI?

1. Preferisco confidarmi in casa più che con i miei amici. 2. Ho perdonato ai miei genitori i loro errori. 3. Amo passare con i miei il tempo libero. 4. In casa litigo più spesso che in passato. 5. Vorrei che il mio amore piacesse ai miei. 6. Mi sento autosufficiente su quasi tutto. 7. I miei non sanno come prendermi. 8. Se non sono d’accordo con i miei genitori non provo rabbia: ormai mi adeguo. 9. I miei si fidano delle mie decisioni. 10. Sono molto diverso dai miei genitori. 11. I discorsi che fanno mi , spesso irritano. 12. Ho dei progetti per il futuro e mi impegno per concretizzarli. 13. In questo periodo non sopporto stare in casa, semmai mi chiudo in camera. 14. Sono abbastanza d’accordo…

9 CHE FIGLIO SEI?

Fai i conti e scopri se sei...

COINVOLTO Con i tuoi hai un rapporto molto stretto. Li consideri il tuo principale punto di riferimento per confidarti e prendere decisioni. Non senti il bisogno di essere trattato in tutto come un adulto e stai ancora percorrendo il cammino verso la tua autonomia. È naturale che sia così. Infatti, secondo uno studio dell’Università di Melbourne (Australia), i tempi dell’adolescenza si sono allungati, e oggi questa fase finisce in media intorno ai 24 anni. RIBELLE Ci tieni a ribadire che sei cresciuto e tendi a mettere in discussione il rapporto con i tuoi. Ti può capitare di rispondere male o di essere insofferente. Tutto questo significa che vuoi raggiungere la tua autonomia psicologica. Un po’ di impulsività nei giovani è naturale. Una ricerca del Weill Cornell Medical College di New…

Fai i conti e scopri se sei...

10 QUESTA CASA È UN PUZZLE

Lei e lui, i figli di lei e i figli di lui, e poi magari anche i figli di entrambi. Le famiglie allargate sono una realtà sempre più presente nel mondo occidentale e in Italia rappresentano il 7-8% di quelle totali. Gli esperti le chiamano “ricomposte” (oppure ricostituite), intendendo «i nuclei in cui i figli vivono con un genitore biologico e il suo compagno, o la sua compagna, con cui non hanno alcun legame di sangue», chiarisce Monica Accordini, psicologa presso il Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica di Milano. ALLARGATE E COMPLESSE. Nonostante siano in costante aumento (sono ormai più di un milione nel nostro Paese), le famiglie ricomposte rimangono un fenomeno poco studiato in Italia e presentano peculiarità e funzionamenti specifici, spesso…

10 QUESTA CASA È UN PUZZLE

11 Si può adottare. Con questi requisiti

Per poter adottare un minore, italiano oppure straniero, è necessario possedere i requisiti indicati nell’articolo 6 della legge 184 del 1983: essere cioè sposati e conviventi da almeno tre anni, durante i quali non devono esserci state separazioni. Inoltre, la differenza di età minima tra adottante e adottato deve essere di 18 anni e quella massima di 45 anni per un coniuge e 55 per l’altro. La commissione e gli enti preposti devono infine accertarsi che i richiedenti siano idonei a educare, a istruire e a mantenere i minori che intendono adottare. La strada è lunga ed è composta da diverse tappe. NUMERI. Nel 2018 in Italia sono stati adottati 1.394 minori stranieri e 850 italiani. Rispetto ai primi, il numero maggiore – 200 – arriva dalla Federazione russa, seguita…

12 ILARIA D’AMICO IO, GIGI E LA NOSTRA TRIBÙ

Acrobazie. Come tutte le donne che lavorano e hanno una famiglia, deve farle tutti i giorni. Il mestiere della mamma, si sa, è il più difficile al mondo: non ti riposi mai, nemmeno la domenica. Figuriamoci Ilaria D’Amico, che spesso e volentieri si ritrova a gestire una famiglia allargata con quattro bambini che proprio la domenica vogliono vedere il papà allo stadio. Già, perché lei è la nota giornalista e conduttrice di Sky; lui è Gigi Buffon, per molti il portiere più forte della storia del calcio che, dopo un anno al Paris Saint-Germain, ha deciso di tornare alla Juventus, la “sua” squadra. Siamo al telefono con Ilaria D’Amico per parlare della “loro” squadra: la D’Amico-Buffon. La formazione? Leopoldo, che la coppia ha avuto tre anni fa; Pietro, 9 anni,…

12 ILARIA D’AMICO IO, GIGI E LA NOSTRA TRIBÙ

13 PROVACI ANCORA PAPÀ

Fra gli Arapesh della Nuova Guinea è usanza che i padri accompagnino i figli dallo svezzamento sino al rito con cui diventano adulti, mostrandosi gentili, collaborativi e affettuosi con le compagne. I Mundugumor, che vivono poco distanti, esibiscono invece una notevole ostilità e rivalità nei confronti del figlio maschio. Infine, tra i Manus, sempre in Nuova Guinea, la cura del neonato è affidata alla madre e al fratello del padre per il primo mese; in seguito, però, è il padre biologico ad assumere un ruolo maggiore, quando la madre riprende le attività lavorative, ed è proprio lui a trascorrere più tempo con il figlio. Sono esempi estremi di gestione del nucleo familiare, descritti dall’antropologa statunitense Margaret Mead negli anni ’30 del Novecento, dai quali emerge come le cure parentali e…

13 PROVACI ANCORA PAPÀ

14 L’IMPORTANZA DELLA MAMMA

La maternità assegna alla donna un ruolo importantissimo nella crescita del figlio. Insostituibile nei primi mesi, quando l’allattamento (al seno, ovviamente) non può essere delegato, la madre resta una figura di riferimento per tutta la vita. E anche se oggi, sempre più spesso, altre figure intervengono in modo importante nell’educazione dei bambini, la relazione con la mamma resta unica, anche perché è la sola che si instaura prima ancora che il figlio veda la luce. LEGATI PER NATURA. Già nella vita fetale, infatti, il bambino memorizza, prova emozioni e stabilisce un legame con lei. E nei primi istanti della sua vita ne riconosce la voce e presto identificherà il suo odore. Inoltre, fin da piccolissimo, sebbene la sua capacità visiva sia molto ridotta, il neonato ha una predilezione assoluta per…

14 L’IMPORTANZA DELLA MAMMA

15 SOTTO LE ALI DEI NONNI

Più presenti di un tempo nell’accudimento dei bambini, un po’ più anziani ma molto attivi, i nonni sono diventati figure centrali per molte famiglie moderne. Rispetto al passato, e per via del calo demografico, hanno spesso soltanto uno o due nipoti, ai quali il 90% di loro dedica almeno un po’ del suo tempo, anche se soltanto una minoranza li cura in modo sistematico. Secondo i dati Istat, in Italia, solo il 17,7% dei bambini non viene mai affidato ai nonni e il 30,6% sta spesso con loro quando i genitori lavorano e in diverse altre circostanze. Il 42,6%, invece, è lasciato agli anziani della famiglia più raramente, per esempio in caso di malattia, se i genitori escono per commissioni o durante le vacanze scolastiche. UN VALORE VERO. La portata…

15 SOTTO LE ALI DEI NONNI

In vacanza con loro

In Italia, ogni estate, un milione di nonni portano in vacanza 1.700.000 nipoti. Sarebbe strano il contrario, considerando che i bambini da zero ai 6 anni giocano più con loro che con i coetanei. Inoltre, le esigenze familiari e l’impegno lavorativo dei genitori rendono necessario pianificare le attività dei figli nei mesi in cui le scuole sono chiuse. Complice anche il costo dei campus estivi, i nonni si collocano al primo posto tra coloro che si prendono cura dei più piccoli. ANDAMENTO LENTO. Le vacanze con i nonni hanno un ritmo diverso e più lento rispetto a quelle in famiglia. Rimane importante, quindi, che gli adulti si accordino per la gestione del tempo del bambino, specie in età scolare. Prevedendo, per esempio, ore dedicate ai compiti estivi, e limitando quelle…

16 FRATELLI E FIGLI UNICI

Quasi la metà delle famiglie italiane ha solo un figlio. Si tratta di un privilegiato, che gode dell’attenzione esclusiva dei genitori, o di un bambino svantaggiato sotto il profilo emotivo? In realtà, lo stereotipo del figlio unico viziato non regge alla prova dei dati: anzi, secondo una disamina di 115 studi, condotta da due docenti dell’Università del Texas (Usa), chi cresce da solo è dotato di maggiore autostima, è più motivato e brillante a scuola e ha un linguaggio migliore rispetto a chi cresce con dei fratelli. UNICI E MATURI. «In effetti, ci sono alcuni tratti positivi nella condizione di figlio unico. Per esempio, è vero che aver goduto rafforza l’autostima e permette di ottenere voti migliori», conferma Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva e autrice di Tutti per uno…

16 FRATELLI E FIGLI UNICI

17 PAESE CHEVAI FAMIGLIE CHE TROVI

Le mamme occidentali, che ogni sera ingaggiano sfide estenuanti per persuadere il pargolo a dormire nel proprio lettino, potrebbero restare perplesse sapendo che le “colleghe” orientali condividono senza batter ciglio il giaciglio con il bimbo, anche ben oltre i primi anni di vita. Ma in realtà, ogni Paese ha le sue abitudini; e quelle che riguardano la crescita dei bambini possono essere anche radicalmente diverse da un capo all’altro del mondo. «Il modo di educare i figli cambia da società a società», conferma Paola Venuti, docente di Psicologia dinamica all’Università di Trento e autrice del libro Genitorialità. Fattori biologici e culturali dell’essere genitori (edizioni Il Mulino). «I diversi modelli sono infatti condizionati dagli ideali culturali, dagli atteggiamenti insiti in una popolazione, dalle credenze e dalle tradizioni del luogo». Per questo…

17 PAESE CHEVAI FAMIGLIE CHE TROVI

A che età i giovani lasciano le famiglie?

• In media, i giovani europei vanno a vivere da soli all’età di 26 anni (27 per i maschi e 25 per le femmine). • A eccezione della Svezia, in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea le ragazze lasciano la casa dei genitori prima dei ragazzi (dati Eurostat aggiornati al 25-4-2019). • In Giappone ci sono circa 4,5 milioni di persone tra i 35 e i 54 anni che vivono ancora con i genitori (dato del 2016 dello Statistical Research and Training Institute): li chiamano parasite single. • Negli Stati Uniti, un terzo dei giovani dai 18 ai 34 anni (circa 24 milioni di persone) vive con i genitori (dato del’ultimo censimento degli Stati Uniti).…

A che età i giovani lasciano le famiglie?

18 LA FAMIGLIA PIACE SOCIAL

«Il pranzo di domenica prevede: pasta al ragù, verdure alla grigia e cotoletta. Chi viene?», chiede la nonna. «Noi ci siamo, ma per le 14. Prima andiamo alla partita di Marco, va bene o è tardi per il papà?», risponde la figlia. «Ma perché non venite anche tu e il nonno alla partita?», aggiunge il nipote quattordicenne, con almeno un paio di emoticon a supporto. Quella che avete appena letto è una chat su WhatsApp, un dialogo intergenerazionale trascritto da uno di quei gruppi di famiglia di cui tutti facciamo parte, seppure a titolo diverso e con un tasso di partecipazione variabile. Eh sì, perché ormai WhatsApp è diventato uno strumento di condivisone riconosciuto all’interno delle famiglie, un mezzo per comunicare in modo diretto e veloce. A certificarlo è una…

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LA FAMIGLIA PIACE SOCIAL

Ai nonni italiani la semplice telefonata non basta più: preferiscono la videochiamata. Da un’indagine Nielsen, che ha misurato le abitudini degli anziani nell’utilizzo dei device tecnologici per comunicare con i propri familiari, è emerso infatti che agli over 70 piace sperimentare il digital: il 49% degli intervistati ha dichiarato di contattare i propri cari usando WhatsApp o altre soluzioni di instant messaging, oppure applicazioni di comunicazione che permettono di fare videochiamate, come Skype. BASTA UN TOCCO. Spesso, però, i nonni hanno delle difficoltà: trovano le opportunità di videochiamata un po’ complicate e non di rado chiedono aiuto per attivarle. Per rendere la vita più facile agli anziani, da ottobre 2019 sarà in commercio Nonny, un nuovo dispositivo di videocomunicazione che permette di attivare la videochiamata semplicemente toccando la foto del…

19 CONNESSI E SCONNESSI

La chiamano Generazione Z e vi appartengono i giovani nati tra il 1997 e il 2012 che, secondo le più recenti statistiche, sono sempre più connessi. Del resto, i più “vecchi” tra loro si affacciavano all’adolescenza quando, nel 2007, è stato introdotto il primo smartphone. Ed erano al liceo quando è arrivato il primo tablet, nel 2010. Le nuove tecnologie sono pertanto diventate parte integrante della loro quotidianità, con vantaggi e rischi che sono al centro dell’attenzione da parte degli addetti ai lavori e delle istituzioni. SEMPRE PIÙ CONNESSI. Secondo un’indagine Istat riferita al 2018, l’85% dei giovani italiani tra 11 e 17 anni, soprattutto le ragazze, usa quotidianamente il cellulare. Il 72% naviga su Internet tutti i giorni e lo fa utilizzando soprattutto lo smartphone. Secondo una ricerca del…

19 CONNESSI E SCONNESSI

20 Sorvegliati via app

Gli strumenti di controllo parentale permettono di presidiare lo spazio virtuale dei figli per educarli a gestire il tempo che trascorrono connessi, ed evitare che abbiano accesso a contenuti non adatti a loro. La gran parte dei sistemi operativi consente di impostare restrizioni temporali e di accesso ai contenuti sui computer, spesso tramite la creazione di profili ad hoc. Lo stesso è possibile anche per smartphone e tablet, dove si può limitare l’accesso ad applicazioni e web, e ad altre funzionalità. Tutti i browser poi consentono di regolare o vietare la fruizione di siti con contenuti non adatti e lo stesso vale per i video di YouTube. Diverse app permettono infine di monitorare l’uso che i figli fanno dei loro dispositivi. GOOGLE FAMILY LINK: si scarica sul proprio cellulare e…

21 C’È UN POST PER TE

Alzi la mano il genitore che non ha mai postato su un social network la foto del figlio. Certo, qualcuno ci sarà, ma la maggioranza delle mamme e dei papà divulga le immagini dei propri bambini a volte ancora prima che nascano. Postare l’ecografia sta diventando di moda per annunciare la gravidanza. E le foto dei neonati sono quelle che ricevono più like. I primi passi, le prime parole, lo svezzamento, i primi castelli di sabbia... tutto appare online, a testimonianza dei progressi del pargolo. Un recente documento sul tema, diffuso dal governo britannico, stima che in media a 13 anni i bambini sono già stati protagonisti di almeno 1.300 post, fra foto e video, messi in Rete da mamma e papà. Con quali conseguenze? RISCHI POCO CONOSCIUTI. Da tempo…

21 C’È UN POST PER TE

22 DAI BABY BOOMERS AGLI “Z”

Cominciamo dalle basi: no, quelli che oggi vanno a scuola non sono Millennials, termine su cui c’è un sacco di confusione. Quelli la scuola l’hanno già finita, al massimo fanno l’università oppure lavorano. Oggi in classe c’è semmai la Generazione Z. I loro genitori fanno parte per lo più della Generazione X, e i nonni sono Baby Boomers oppure “silenziosi”. Ma chi decide dove finisce una generazione e ne inizia un’altra, e chi sceglie il nome? A farlo sono per lo più uffici statistici, istituti di ricerca sociale e agenzie di marketing, a cui fa comodo suddividere la popolazione in gruppi di persone nate entro un intervallo di 15-20 anni, cresciute in condizioni sociali ed economiche simili e quindi – si suppone – con problemi simili. Come spartiacque si scelgono…

22 DAI BABY BOOMERS AGLI “Z”

23 IN TRANCE DAVANTI ALLA TV

Si comincia prima dell’anno di età, con orsetti rotondi, pupazzi colorati e animali che cantano canzoncine dolci e orecchiabili, e si finisce in breve tempo per far guardare ai figli anche programmi contenenti una certa dose di violenza. La televisione è diventata la baby sitter più gettonata dai genitori, anche nella convinzione che il fatto di guardarla fin da piccolissimi stimoli la socializzazione e aiuti lo sviluppo cognitivo. VIETATA AI PICCOLISSIMI. Eppure, gli studi che hanno descritto gli effetti nocivi dell’esposizione alla Tv nella prima infanzia esistono da tempo: già nel 2004 una ricerca aveva mostrato che guardare per qualche ora la televisione nella fascia di età da 1 a 3 anni aumenta la probabilità di sviluppare il disturbo da deficit di attenzione. Un altro studio, effettuato nel 2013 in…

23 IN TRANCE DAVANTI ALLA TV

I consigli dei pediatri

L’American Academy of Pediatrics ha stilato una serie di regole che i genitori dovrebbero seguire sull’uso della televisione e dei dispositivi elettronici da parte dei figli da 0 a 5 anni. Eccole: - Non mettere i bambini davanti agli schermi prima dei due anni d’età. - Fra i 2 e i 5 anni il tempo dedicato agli schermi deve essere al massimo di 1 ora al giorno. I genitori devono sempre essere presenti e scegliere contenuti di alta qualità e in nessun caso violenti. - Parlare con i bambini di ciò che si è visto alla televisione. - Selezionare programmi e contenuti che abbiano un ritmo lento. - Spegnere la televisione e i dispositivi elettronici quando non sono utilizzati. - Tablet e smartphone non andrebbero usati in nessun caso per…

24 DA GRANDE FARÒ...

L’affermazione non è nuova, ma fa sempre effetto: il 65% dei bambini che oggi iniziano la scuola farà un lavoro che al momento ancora non esiste. Lo diceva il rapporto The future of jobs, presentato nel 2016 al World Economic Forum, che prevedeva cinque milioni di posti di lavoro in meno entro il 2020, cancellati dall’automazione. Il 2020, ormai, è domani, ma la velocità con cui il panorama cambia non permette stime precise e non consente di immaginare come sarà il mercato del lavoro nei prossimi decenni. Solo 15 anni fa, mestieri come l’app developer o il fashion-blogger non esistevano nemmeno nei sogni. Oggi, giovanissimi sviluppatori di app sono ai vertici della popolarità e vantano conti in banca milionari, spesso prima della maggiore età. Due per tutti: Nick D’Aloisio, classe…

24 DA GRANDE FARÒ...

25 MAMMA HO PRESO L’AEREO

Roberto, 20 anni, milanese, ha lasciato la facoltà di Lingue per andare a Londra: lavora come portiere in un hotel. Francesco, 19 anni, di Palermo, si è appena diplomato: è già a Berlino e, per ora, fa il cameriere. Claudia, 30 anni, di Roma, è andata in Australia con una laurea in Lettere: è direttore in un ristorante di Sidney. Sono i giovani italiani che se ne vanno. I dati Istat parlano chiaro: oltre 244.000, negli ultimi cinque anni, hanno fatto le valigie. Fra questi, il 64% con un titolo di studio medio alto. QUELLI CHE VANNO... Scelgono città del Regno Unito, della Germania, della Francia e della Svizzera, ma volano anche in Australia, Nuova Zelanda, Brasile. La causa è nota: decidono di investire il proprio talento nei Paesi con…

25 MAMMA HO PRESO L’AEREO

26 QUANDO LO STUDIO È UN DISTURBO

Magari incespicando un po’ e senza troppo entusiasmo, ma tutti i bambini nei primi 2-3 anni delle elementari riescono a imparare a contare, a leggere e a scrivere. Anzi no, non ci riescono proprio tutti: per chi ha un disturbo specifico dell’apprendimento, acquisire e sviluppare queste abilità in modo fluido è molto più arduo, e non perché sia un fannullone oppure un pigro. DIAGNOSI IN AUMENTO. «I disturbi specifici dell’apprendimento, conosciuti con l’acronimo Dsa, compromettono le capacità di lettura, scrittura e calcolo, e ciascuno colpisce una competenza precisa», spiega Maria Teresa Guasti, docente di Linguistica all’Università di Milano-Bicocca. «Chi è dislessico, per esempio, legge a voce alta con voce incerta, lentamente e commettendo molti errori. Il disortografico, invece, fa fatica ad applicare le regole ortografiche, mentre per il disgrafico la…

26 QUANDO LO STUDIO È UN DISTURBO

27 Scuola a 5 anni: che fretta c’è?

Per la legge italiana i genitori possono iscrivere alla prima elementare i figli che compiono sei anni entro il 30 aprile dell’anno successivo all’iscrizione alla scuola primaria. E così, come risulta dai dati del ministero dell’Istruzione, sempre più genitori scelgono di mandare in prima elementare i loro figli a cinque anni e mezzo. È la scelta giusta? In genere, fatte le dovute eccezioni, pedagogisti e psicologi sconsigliano l’anticipo scolastico: le ricerche confermano che i bambini “anticipatari” fanno, di solito, un grande fatica per tenere il passo con gli altri. RISPETTARE I TEMPI. «Tra i bambini di cinque anni e quelli di sei c’è un abisso dal punto di vista psicofisico. Infatti, incontro tante mamme e papà che, a posteriori, si sono pentiti di aver fatto questa scelta», sostiene Francesco Dell’Oro,…

Nel cervello dei dislessici

Sebbene i disturbi specifici dell’apprendimento siano studiati da tempo, le cause che li determinano sono ancora sconosciute. Di certo «non sono sintomo di scarsa intelligenza: spesso, anzi, questi bambini hanno un QI assolutamente nella norma, e non sono rari i casi di quoziente intellettivo superiore alla media», afferma Maria Teresa Guasti, docente di Linguistica all’Università di Milano-Bicocca. E neppure le difficoltà sono legate a problemi di vista, udito o a disturbi neurologici. I Dsa hanno però certamente una base genetica, dato che i casi si ripetono all’interno delle famiglie. Per la dislessia sono anche state individuate alcune mutazioni del Dna che sembrano costituire una predisposizione, anche se non è ancora stato individuato uno specifico gene che la determina. Da alcuni studi è emerso, invece, che certe aree del cervello dei…

28 IL SILENZIO DEI BULLIZZATI

Èuna fotografia impietosa quella scattata dalla relazione sul bullismo, che l’Istat ha pubblicato a marzo. In Italia, un ragazzo tra gli 11 e i 17 anni su due dichiara di avere subito soprusi nell’ultimo anno, e quasi uno su cinque ne è vittima almeno una volta al mese: le ragazze sono bersagliate più dei coetanei, e gli 11-13enni in misura maggiore rispetto ai più grandi. Un fenomeno quindi diffuso, definito dagli esperti come una forma di aggressione caratterizzata da intenzionalità, persistenza nel tempo e dalla disuguaglianza nei rapporti di potere tra chi la compie e chi la subisce. L’aggressione può essere fisica o verbale, ma anche l’isolamento, la denigrazione e l’umiliazione fanno parte dello stesso quadro. Senza dimenticare una forma più recente di bullismo, il cyberbullismo, che si consuma online,…

28
IL SILENZIO DEI BULLIZZATI

29 UN LIBRO È PER SEMPRE

Se pensate che un adolescente assorto nella lettura sia un’immagine romantica e antiquata, siete in errore. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, relative al 2017, la quota più alta di lettori italiani si riscontra tra i ragazzi e le ragazze di 11-14 anni: circa il 13% è un lettore “forte”, ossia legge almeno un libro al mese; solo fra gli over 55 si trovano percentuali maggiori. Gli e-book sono invece preferiti dai giovani fra 15 e 24 anni. Del resto, la passione per i libri si coltiva già nei primi anni dell’infanzia. «L’amore per la lettura nasce dal desiderio dei bambini di imitare i genitori che leggono storie emozionanti», spiega Marco Dal-lari, docente di Pedagogia generale all’Università di Trento e autore di numerose pubblicazioni sui racconti per l’infanzia, tra cui Incanto…

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UN LIBRO È PER SEMPRE

30 NONNO, COM’ERI DA BAMBINO?

Giocavano per strada a nascondino, a campana oppure a mosca cieca. E non rischiavano di essere investiti: nella prima metà del ’900 le automobili in giro erano ben poche. Smartphone e videogiochi non erano neppure pensabili per i bambini di allora, che però si divertivano lo stesso aguzzando l’ingegno: al posto dei giocattoli in plastica c’erano biglie, stecchini, legnetti o una corda per saltare. Se proprio si era fortunati, un trenino o una giostrina di latta. La fotografia dell’infanzia di nonni e bisnonni è stata scattata dalla Società italiana di pediatria (Sip) per festeggiare i suoi 120 anni. E le differenze fra i bambini di ieri e di oggi sono moltissime, a partire dai nomi: Giuseppe e Maria furoreggiavano a inizio ’900, mentre oggi le scuole sono piene di piccoli…

30 NONNO, COM’ERI DA BAMBINO?

31 COME È CAMBIATA L’ADOLESCENZA

Sono nati negli anni Duemila. Sono quelli che, tra mille insicurezze e inevitabili bravate, attraversano l’età più incasinata della vita. Spavaldi, spregiudicati, esibizionisti, all’apparenza così sicuri di sé. Eppure, più tormentati, disorientati e frustrati di quanto lascino trasparire i selfie in bella posa con cui tappezzano i loro profili social. «Gli adolescenti sono supereroi fragili. Sembra che abbiano in mano il mondo, ma fanno i conti con forti disagi nell’animo». Martina Smorti, psicologa dell’Università di Pisa, sintetizza così i risultati di una vasta indagine promossa dalla Società italiana di pediatria (Sip). I ricercatori hanno contattato tutte le scuole superiori d’Italia, invitando gli studenti a rispondere a un questionario online, in forma anonima e volontaria: 60 domande su stili di vita, alimentazione, sessualità, sport, uso di Internet, dipendenze, salute psico-emotiva, socialità,…

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COME È CAMBIATA L’ADOLESCENZA

32 COME GESTIRE IL CONFLITTO E LE REGOLE

L’adolescenza è uno tsunami: irrompe nella vita di genitori e figli e fa sì che all’improvviso la quotidianità sia scandita da uno scontro continuo, su tutto e senza tregua, che segue il ritmo impazzito delle emozioni. Ma questa età delicata è anche un’importante occasione di crescita, se gli adulti sanno gestire il conflitto. È la lezione di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, autore di numerosi libri sul tema (l’ultimo, L’età dello tsunami, scritto per De Agostini con la collega Barbara Tamborini). «La relazione fra genitori e figli è come un tiro alla fune», spiega. Bisogna capire quando tirare e quando lasciare un po’ la corda. Perché durante l’adolescenza genitori e figli litigano? È fisiologico che i figli adolescenti entrino in conflitto con i genitori, perché soltanto scontrandosi con…

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COME GESTIRE IL CONFLITTO E LE REGOLE

33 IO INFLUENCER TU INFLUENCER EGLI INFLUENCER

Giovani, ricchi e sempre online, dettano le mode e piacciono tantissimo Sono giovani e popolari, spesso ricchi e acclamati dai fan. Conquistano il successo a colpi di foto, video e post condivisi sui social network. Dettano le regole in fatto di moda, musica, videogiochi, sport, viaggi, libri e molto altro. In una parola, sono influencer, gli idoli dei teenager di oggi. IN SINTONIA CON I RAGAZZI. Questi personaggi piacciono tanto agli adolescenti perché abitano la loro stessa arena, i social, e parlano la loro stessa lingua. Soprattutto, però, sono amati perché interagiscono con i ragazzi, dentro e fuori la Rete: lanciano sondaggi, rispondono alle curiosità dei follower e li incontrano nei tour che organizzano in giro per l’Italia, per promuovere prodotti o semplicemente se stessi. In questo modo, alcuni hanno…

33 IO INFLUENCER TU INFLUENCER EGLI INFLUENCER

34 DALL’IDEOLOGIA ALL’ECOLOGIA

Hanno saltato la scuola e invaso le strade con un fiume di cartelli scritti a mano, per chiedere ai governi di reagire ai cambiamenti climatici. I ragazzi e le ragazze di Fridays for Future sono riusciti a dare nuova linfa al movimento per il clima, mostrando che i più giovani sono disposti a mobilitarsi per proteggere il loro futuro. TRECCE CONTAGIOSE. L’interesse per l’ambiente delle nuove generazioni è attestato anche da diversi sondaggi. Secondo un’indagine Eurobarometro pubblicata in aprile, per due terzi dei giovani europei fra 15 e 30 anni la protezione dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici dovrebbero essere le priorità dell’Unione Europea. Il 41% dei giovani ritiene inoltre che ambiente, clima e comportamenti ecologici debbano trovare più spazio nei programmi scolastici. Del resto, è nelle scuole che…

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DALL’IDEOLOGIA ALL’ECOLOGIA

Serve anche a mamma e papà

Prima di ispirare milioni di studenti a battersi contro il riscaldamento globale, Greta Thunberg è riuscita a convincere i suoi genitori a diventare vegetariani e a rinunciare all’aereo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, l’influenza dei figli sui genitori può sensibilizzare gli adulti nei confronti dei cambiamenti climatici. I ricercatori dell’Università del North Carolina (Usa) hanno infatti scoperto che la visione dei più giovani è meno influenzata da condizionamenti sociali e politici. E che per questo i ragazzi possono esercitare un’effettiva pressione per convincere gli adulti a superare le resistenze ideologiche e ad agire sul serio. Altre ricerche condotte negli Stati Uniti dimostrano inoltre che il condizionamento è più efficace nei confronti dei papà con posizioni politiche conservatrici, e che le figlie hanno un’influenza maggiore.…

35 PER CHE COSA PROTESTAVANO GENITORI E NONNI

Ogni generazione ha la sua protesta. Anche i genitori e i nonni dei giovani dei Fridays for Future, ai loro tempi, sono scesi in piazza, con proteste che in qualche caso hanno davvero segnato la storia. Oppure, che si sono sciolte in pochi mesi come neve al sole. In qualche caso, ma non sempre, i movimenti hanno lasciato il segno 1968 «Fate l’amore non fare la - guer ra». Era uno degli slogan dei giovani del ’68, il movimento giovanile di massa che si pose in netto contrasto con le generazioni mature. «Studenti e operai manifestavano in tutto il mondo contro l’imperialismo americano e sovietico e contro gli eccessi della società dei consumi, con forme e modalità di espressione diverse a seconda del Paese», spiega Riccardo Brizzi, docente di Storia…

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PER CHE COSA PROTESTAVANO GENITORI E NONNI

Il volontariato non stanca

Oltre tre adolescenti su 10 in Europa si dedicano al volontariato, un dato in aumento dal 2014. La maggior parte vuole incidere sul contesto locale in cui vive, tre su dieci fanno volontariato per cambiare il proprio Paese. Sono i dati di un’indagine Eurobarometro condotta su circa 11.000 giovani tra 15 e 30 anni, pubblicata lo scorso anno. In Italia, un ragazzo su tre partecipa ad almeno una delle attività di volontariato considerate nell’indagine, in società sportive, organizzazioni giovanili, locali, culturali, per la difesa dei diritti civili, per la tutela dell’ambiente, in partiti politici. Uno su quattro è coinvolto in organizzazioni culturali; uno su cinque milita in gruppi che hanno l’obiettivo di migliorare la comunità in cui vive. Uno su 10, infine, fa parte di organizzazioni per la tutela dei…

36 CANNE PERCHÉ IL CERVELLO VI VA IN FUMO

Se un ragazzo che fumava spinelli negli anni ’80 si fosse addormentato allora per svegliarsi adesso, non crederebbe ai suoi occhi. Fra negozi dall’insegna inequivocabile, dove si trova erba in biscotti e tisane, e la possibilità di scegliere fra canne con effetti più o meno potenziati, il consumo di cannabis ha cambiato pelle. Restando però saldo al primo posto fra le preferenze degli italiani che vogliono “farsi” di qualcosa: secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, il 20,7% dei 15-34enni l’ha utilizzata almeno una volta. E considerando gli adulti fino a 64 anni si sale al 26,3%. Siamo secondi solo alla Francia e addirittura primi in Europa nella fascia d’età 15-16 anni; ma anche gli adulti non scherzano: un consumatore abituale di canne su tre ha più…

36 CANNE PERCHÉ IL CERVELLO VI VA IN
FUMO

37 DROGHE SINTETICHE, DANNI ESTREMI

La cannabis è saldamente al primo posto fra le droghe utilizzate dai ragazzi, ma non è certo l’unica. In seconda posizione c’è la cocaina, sebbene leggermente in calo e più diffusa fra gli over 25. Da anni è invece stabile la quota dei giovanissimi che consumano ecstasy e amfetamine, droghe stimolanti: si trovano a basso prezzo sotto forma di pasticche dagli innumerevoli nomi di fantasia, spesso ispirati al simbolo impresso su un lato (Superman, Speed, Ice e così via). Sono sostanze euforizzanti che tolgono fame, sete e stanchezza, ma danneggiano irrimediabilmente il cervello. POCHI EURO PER UNA DOSE. L’ecstasy è molto tossica sulle cellule cerebrali, perché anche una sola assunzione distrugge le scorte di alcune molecole fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso, come la serotonina e la dopamina; le…

37 DROGHE SINTETICHE, DANNI ESTREMI

38 Meglio le e-cig?

Fra i giovani la diffusione delle sigarette elettroniche ha ormai quasi raggiunto quella delle sigarette tradizionali. «Molti ragazzi iniziano a fumare così, senza essere stati prima fumatori di tabacco», dice Luisa Mastrobattista, dell’Istituto superiore di sanità, «ma poi finiscono per affiancare la sigaretta elettronica a quella tradizionale, oppure passano a quest’ultima». Riguardo ai rischi, «mancano studi a lungo termine», dice la ricercatrice, «ma certamente la nicotina può di essere la porta d’ingresso verso altre dipendenze». Un fatto comunque è certo: come per l’alcol, anche per le sigarette i divieti non servono. Sette volte su dieci, in tabaccheria, i ragazzi riescono ad acquistare un pacchetto senza fatica, malgrado l’inasprimento della normativa che prevede il ritiro della licenza in caso di vendita a minori. Idem per le sigarette elettroniche: pochissimi negozianti rifiutano…

39 ALCOL & FUMO VI SEMBRA EUFORIA, È INTOSSICAZIONE

Ogni anno, più di 3.000 minorenni finiscono al pronto soccorso per intossicazione etilica. Succede, di solito, le sere del fine settimana. Così ubriachi che non si reggono in piedi, cominciano a vomitare e stanno male, fino quasi a perdere conoscenza, tanto da richiedere l’intervento dell’ambulanza. Ma quelli che arrivano in ospedale sono la punta dell’iceberg. Almeno 700.000 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, cioè uno studente di scuola superiore su cinque, consumano alcolici (in barba alla legge che vieta la vendita e la somministrazione di queste bevande ai minori di 18 anni), e oltre 100.000 tra loro fanno binge drinking, cioè tracannano più di 5-6 bicchieri di seguito, con l’intenzione di sbronzarsi. Se consideriamo anche la fascia d’età tra 18 e 25 anni (dove il consumo occasionale o…

39 ALCOL & FUMO VI SEMBRA EUFORIA, È INTOSSICAZIONE

40 LA PRIMISSIMA VOLTA

Dimentichiamo l’epoca in cui si raccontava che è la cicogna a portare i neonati, e si glissava su certi argomenti con frasi del tipo “ne parliamo quando sarai più grande”. Oggi più che mai, i bambini e i ragazzi hanno bisogno di spiegazioni chiare sul sesso, per essere preparati a recepire nel modo corretto i messaggi e le informazioni che, inevitabilmente, riceveranno da altri, e per imparare a vivere la sessualità in modo sereno. Anche perché l’età del primo rapporto sta scendendo: secondo lo Studio nazionale fertilità, pubblicato all’inizio di quest’anno e coordinato dall’Istituto superiore di sanità, a 16-17 anni il 35% dei ragazzi e il 28% delle ragazze hanno già avuto rapporti completi. UNA MATERIA COMPLESSA. «L’educazione alla sessualità non significa però soltanto spiegare come avviene l’atto, e poi…

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LA PRIMISSIMA VOLTA

41 IL SESSO PORNOGRAFICO? FINTO

I giornaletti porno da nascondere sotto al materasso, le chiacchiere con l’amica che l’ha “già fatto”, l’occhiata a fratelli o sorelle per raccapezzarsi almeno sull’anatomia generale. Fino a qualche decennio fa, i ragazzini sul sesso si informavano così, sottobanco e un po’ a tentoni. Poi è arrivato il web, una prateria di immagini e informazioni a portata di clic per soddisfare anche le curiosità più improbabili. Un’occasione per conoscere, che nasconde però tanti rischi. I 4 PROFILI SUL WEB. I pericoli dipendono molto dall’approccio al sesso online. Lo ha spiegato Megan Maas, della Michigan State University (Usa), che studiando circa trecento ragazzine dai 14 ai 17 anni ha stilato i quattro profili delle giovanissime su internet. Ci sono le “astinenti”, che di sesso non parlano né lo cercano; le “cercatrici”,…

41 IL SESSO PORNOGRAFICO? FINTO

42 L’ALLARME INFEZIONI

Di malattie a trasmissione sessuale i giovani sanno poco o nulla. A volte non ne conoscono neppure i nomi e meno ancora sanno come si prevengono. Il quadro sconfortante è emerso dallo Studio nazionale fertilità, presentato dal ministero della Salute nei mesi scorsi. Per esempio, soltanto il 43,5% dei ragazzi ha correttamente inserito l’infezione da Hpv, il papillomavirus, fra le malattie a trasmissione sessuale. Va meglio per l’Hiv, conosciuto dal 95,5%, ma peggio per l’epatite o la clamidia: solo una minoranza (rispettivamente, il 39% e il 28%) sa che il contagio può avvenire attraverso i rapporti intimi. E le informazioni non sono migliori sul fronte della prevenzione: quasi tutti sanno che il preservativo è utile in questo senso (per quanto neppure lui sia perfetto: per Hpv ed herpes è meno…

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L’ALLARME INFEZIONI

43 ETERO, GAY O FLUIDO

“Sei etero, omo o bisessuale?” Forse un genitore potrebbe sentirsi moderno e dalla mentalità aperta, interrogando un figlio con una domanda di questo tipo. Invece non è così. Confinare l’orientamento sessuale in sole tre categorie, e dare per scontato che sia stabile nel tempo, è segno invece di una visione riduttiva e semplicistica della sessualità. O almeno, questo è ciò che dicono le ultime ricerche che hanno coinvolto le nuove generazioni. La vita sessuale dei figli è molto più variegata di quanto gli adulti possano immaginare (e capire) Oggi i ragazzi vivono la sessualità in modo molto più libero rispetto ai loro genitori: si permettono di esplorarla a lungo e a 360 gradi, e in genere si concedono più partner prima di scegliere (se lo scelgono) quello con cui intraprendere…

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ETERO, GAY O FLUIDO

Contraccettivi, ecco i preferiti

Il contraccettivo più amato dagli adolescenti? Secondo i dati dello Studio nazionale fertilità è il preservativo, scelto dal 77% dei ragazzi alle prese con il loro primo rapporto sessuale. Ma sono ancora molti i ragazzi e le ragazze che scelgono metodi poco sicuri. Per esempio, il 25% si affida al coito interrotto e l’11% al calcolo dei giorni fertili. Ben un ragazzo su dieci, poi, non usa alcun metodo. SPREGIUDICATI. La pillola è poco utilizzata e ancora meno popolari sono i contraccettivi a lungo termine, come la spirale e l’impianto sottocutaneo di ormoni, che pure sono consigliati dagli esperti anche per le adolescenti. «I dati disponibili raccontano una sessualità vissuta dai ragazzi in modo spregiudicato e spavaldo», commenta Emilio Arisi, della Società medica italiana di contraccezione. «Più consapevole è invece…

SE I FIGLI SORPRENDONO I GENITORI... Non tutti i figli restano traumatizzati se vedono i genitori in un momento di intimità, ma può accadere: i bambini, soprattutto se piccoli, non hanno gli strumenti per capire cosa stia succedendo tra madre e padre, e potrebbero elaborare la scena, individuata da Freud come “scena primaria”, come un atto di violenza e restarne spaventati. Custodire meglio la propria privacy può evitare di incorrere in questo incidente. Ma se proprio accade, la strategia migliore per i genitori è spiegare senza imbarazzo e con naturalezza che stavano vivendo un momento intimo, frutto dell’amore che provano l’uno per l’altra. SE I GENITORI SCOPRONO CHE I FIGLI LO FANNO... I figli sono essere sessuati e i genitori dovrebbero accettare con serenità, forti del fatto di aver dato…

45 FACCIAMO IL PUNTO SUI VACCINI

Qualche luce, ma ancora molte ombre. Possiamo leggere così gli ultimi dati sulle vaccinazioni effettivamente eseguite nel nostro Paese, diffusi dal ministero della Salute e riferiti ai primi sei mesi del 2018. I termini di paragone sono gli obiettivi che lo stesso ministero si era posto con il Piano nazionale di prevenzione vaccinale, documento che indica quali vaccini devono essere offerti gratuitamente a tutti, e i livelli di copertura da raggiungere. Per quasi tutti i preparati, la percentuale di popolazione da immunizzare dovrebbe raggiungere il 95%; sono esclusi da questo obiettivo i vaccini introdotti più di recente (antimeningococco B, anti-rotavirus, antivaricella e anti-HPV per i maschi), per i quali è invece prevista una tappa intermedia del 75%. IN MIGLIORAMENTO. La buona notizia riguarda la vaccinazione obbligatoria esavalente (contro difterite, tetano,…

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FACCIAMO IL PUNTO SUI VACCINI

Pericolo rosolia

Malformazioni cardiache, sordità, cecità: sono tra le conseguenze della rosolia congenita, infezione che può essere contratta dal feto durante la gravidanza, se la madre è a sua volta infetta. Il sistema di sorveglianza nazionale riferisce che tra il 2005 e i primi due mesi del 2018 se ne sono verificati 88 casi, con picchi nel 2008 e nel 2012. È ancora molto alto, dunque, il prezzo da pagare per un’infezione che potrebbe essere prevenuta dalla vaccinazione, che per questo è caldamente raccomandata dal ministero della Salute a tutte le donne in età fertile.…

Come la vedono gli studenti

Chi meglio degli adolescenti può sensibilizzare altri adolescenti sui rischi del papillomavirus e gli effetti protettivi della vaccinazione? È l’idea della campagna lanciata in primavera dalla Società italiana di medicina dell’adolescenza, assieme all’Associazione italiana malati di cancro, la fondazione Insieme contro il cancro, e il Laboratorio adolescenza. Si chiama “Dillo con parole... nostre” e ha coinvolto gli studenti di due scuole superiori (Liceo classico Manzoni di Milano e Istituto alberghiero Umberto Di Pasca di Potenza), che hanno realizzato poster e video con messaggi e stili “a misura di coetanei”.…

46 LA PUBERTÀ ANTICIPATA

Basta mettersi fuori da una scuola media per accorgersene: le ragazzine di dodici o tredici anni sembrano donne adulte, nell’abbigliamento e nell’aspetto. Ma spesso lo sono per davvero: la pubertà anticipata è sempre più frequente e lo conferma la Società italiana di pediatria (Sip), che sottolinea che l’età media della prima mestruazione è passata dai 12 anni e mezzo di pochi decenni fa ai circa 11 di oggi. Una tendenza confermata da dati raccolti in Italia, pubblicati a giugno. Spiega l’autore, Mauro Bozzola dell’Unità di pediatria e adolescentologia del Policlinico universitario San Matteo di Pavia: «La pubertà ha inizio quando compare il bottone mammario ed è considerata precoce se succede prima degli otto anni: questi casi sono rimasti stabili intorno allo 0,1-0,6% della popolazione femminile; sono invece in crescita le…

Quando cambiare medico

Troppo grandi per andare dal pediatra, troppo piccoli per il medico di famiglia. Quando si smette di essere “bambini” per il Sistema sanitario? L’abbiamo chiesto a Gabriella Pozzobon, pediatra endocrinologa del San Raffaele di Milano e presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima). PEDIATRA O MEDICO DI FAMIGLIA? Per il nostro sistema sanitario il pediatra è formalmente il medico di riferimento fino ai 14 anni, 16 in caso di alcune patologie croniche. Ma molto dipende dalla disponibilità dei medici sul territorio e può variare da regione a regione, da città in città, e a seconda degli ospedali. In alcuni pronto soccorso, per esempio, si è “bambini” fino a 18 anni. A CHE ETÀ LA PRIMA VISITA DA GINECOLOGO E ANDROLOGO? Dal ginecologo sarebbe opportuno andare dopo la regolarizzazione del…

47 IL SOVRAPPESO DIPENDE DAVOI

Dalla sezione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è arrivato, lo scorso mese di ottobre, il rimprovero più accorato: in un rapporto che analizzava le azioni intraprese per limitare il marketing di junk food rivolto a bambini e ragazzi, è emerso che solo la metà dei Paesi europei ha cercato di fare qualcosa (non l’Italia), con misure peraltro largamente insoddisfacenti e facilmente aggirabili. Una delusione, considerata la raccomandazione che la stessa Oms aveva fatto nel 2010, quando era già chiaro il legame fra l’allarmante crescita del tasso di obesità e sovrappeso tra i più giovani e l’aumento del consumo di cibo spazzatura, indotto dalla pubblicità. Restando all’Italia, i dati raccolti dal sistema di sorveglianza Okkio alla salute, dell’Istituto superiore di sanità, dicono che a 8-9 anni il 21,3% dei bambini…

47 IL SOVRAPPESO DIPENDE DAVOI

Verdura, questa sconosciuta

Alcuni bambini tendono a essere iperselettivi e a rifiutare intere classi di alimenti. Ma questa attitudine andrebbe corretta prima possibile perché, come ha dimostrato un recente studio pubblicato su Nutrients dai pediatri dell’Università di Bristol (Uk), ciò che viene respinto nella prima infanzia continua a essere scartato anche dopo, e le carenze nutrizionali che si possono instaurare a tre anni si mantengono fino ai 10-13 anni. Va anche detto, però, che ciò che si trova in vendita non aiuta: i ricercatori dell’Università del Colorado (Usa) hanno controllato 548 prodotti per l’infanzia e hanno scoperto che solo 52 di essi erano a base di una sola verdura, caratteristica che aiuta a conoscere e gustare un certo ortaggio. Anche se presenti, poi, le verdure non erano mai quelle a foglia verde scuro…

48 PERDUTE DUE ORE DI SONNO

In poco più di un secolo, i bambini e i ragazzi hanno perso 75 minuti di sonno a notte. E questo preoccupa. Secondo i ricercatori dell’Università di Adelaide (Australia), che hanno esaminato oltre tremila ricerche effettuate tra il 1905 e il 2008 in 20 Paesi, la quantità media di sonno nelle età comprese fra i 5 e i 18 anni si è infatti ridotta sempre più, fino a perdere appunto oltre un’ora. Le cause sono note soltanto in parte, visto che solo negli ultimi due decenni il riposo è minacciato dagli schermi dei dispositivi elettronici. Ma il risultato non cambia, perché il bisogno di riposo del corpo resta sempre lo stesso, e soddisfarlo solo in parte può avere conseguenze negative sullo sviluppo cognitivo e sulla salute degli adolescenti. DEFICIT DELL’ATTENZIONE.…

48 PERDUTE DUE ORE DI SONNO

Consigli per le notti d’oro dei ragazzi

• Favorire una sana alimentazione e un buon livello di attività fisica, meglio se svolta all’aperto (per regolare i ritmi circadiani). • Tenere la stanza fresca (al massimo a 18-20 gradi) e poco illuminata. Più silenziosa è, meglio è. • Evitare i dispositivi elettronici almeno 30 minuti prima di dormire e lasciarli spenti; dedicare gli ultimi 30 minuti ad attività quali la lettura o il dialogo sulla giornata. • Far passare due ore dalla cena e non andare a letto affamati. • Evitare i sonnellini pomeridiani. • Evitare di usare il letto per studiare, ascoltare musica o altre attività diverse dal riposo. • Mantenere un orario fisso per coricarsi e svegliarsi. • Evitare l’assunzione di sostanze stimolanti (caffè, cioccolata, tè e così via) nelle 3-4 ore precedenti il sonno. • Evitare attività fisiche o psichiche eccitanti nelle due ore…

49 LO SPORT AL TEMPO DEI SOCIAL

Cominciare a fare sport da bambini è una sorta di assicurazione sulla vita, una specie di elisir, una medicina che ci offre molti vantaggi e nessun effetto collaterale». È chiaro Attilio Turchetta, responsabile della Medicina dello sport all’Ospedale Bambino Gesù di Roma ed esperto per le attività sportive della Società italiana di pediatria (Sip). «L’attività fisica, infatti, protegge dalle malattie cardiovascolari, previene il diabete, l’ipercolesterolemia e l’osteoporosi precoce. Influenza positivamente il carattere e la vita sociale». Eppure, a fronte di tanti vantaggi, sono ancora pochi i bambini e gli adolescenti che la praticano con regolarità. Secondo Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza del ministero della Salute, un bambino su tre dai 6 ai 10 anni non dedica più di un giorno a settimana all’esercizio fisico e quasi uno su…

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LO SPORT AL TEMPO DEI SOCIAL

50 LA SALUTE DI CHI NASCE IN VITRO

Quasi 14.000: tanti sono, in Italia, i bambini che nascono ogni anno grazie a tecniche di fecondazione assistita, pari al 3% del totale. E in tutto il mondo sono stati circa sei milioni – ma alcune stime dicono otto – a partire da quel luglio 1978 in cui vide la luce Louise Brown, la prima bambina concepita in provetta. Da allora non sono mancati gli allarmi sullo stato di salute di questi bambini, spesso dichiarati più a rischio degli altri di malformazioni e malattie, tumori compresi. Preoccupazioni legittime, ma un’attenta lettura dei dati raccolti in decenni di studi suggerisce che i rischi sono limitati e non sempre attribuibili con certezza al fatto di essere stati concepiti in provetta. RISCHI MOLTO CONTENUTI. Prendiamo la questione del cancro: alcune indagini hanno effettivamente…

50 LA SALUTE DI CHI NASCE IN VITRO

Per approfondire

I mutanti Sofia Bignamini (Solferino) Come cambia un figlio adolescente? Non esistono ricette preconfezionate per guidare i nostri ragazzi in questo complicato cambiamento psicofisico. Esistono però trappole da evitare e occasioni da cogliere. Per esempio, provando ad ascoltarli meglio e di più, e dimostrando di aver fiducia in loro e nel loro futuro. Il metodo famiglia felice Alberto Pellai, Barbara Tamborini (De Agostini) La famiglia felice non è quella perfetta e senza problemi, ma quella dove si costruisce autostima. Con quiz, test e sfide creative, i due noti psicoterapeuti aiutano tutti i familiari a prendere coscienza dei propri pregi e dei propri difetti. Per sviluppare le competenze che favoriscono la felicità. Punire non serve a nulla Daniele Novara (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli) Cosa fare quando nostro figlio non rispetta le…

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