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26 Articles

LA PAGINA DEI LETTORI

A cosa serve il servizio militare? Ho svolto il servizio di leva nel 1976-77 in Friuli (credo fosse la regione con più caserme, per un temuto pericolo da Est). Quello che mi ha colpito di più, a parte l’aspetto strettamente militare, è stato il fatto di conoscere e vivere con persone provenienti da varie parti d’Italia con caratteri, stili di vita, vissuti personali e livelli culturali diversi dalla propria cerchia. Differenze che, nella maggior parte dei casi, non erano di ostacolo per la vita in comune e per formare nuove amicizie. Anche per questo ho ritenuto formativo l’anno trascorso in caserma. L’unico aspetto negativo, si fa per dire, era la delusione per il documento di congedo, un semplice foglio senza “decorazioni”, in confronto a quello “artistico” di mio nonno del…

LA PAGINA DEI LETTORI

NOVITÀ ESCOPERTE

REGNO UNITO Il Bardo e i suoi misteri Essere o non essere (Shakespeare): questo è il problema. I dubbi sulla paternità delle opere del “bardo di Avon” sono vecchi di secoli. William, secondo diversi studiosi antichi e moderni, sarebbe stato solo un prestanome. Ma allora chi avrebbe mosso sul foglio la sua penna d’oca? Test di paternità. A dirlo, oggi, sarebbe l’intelligenza artificiale: John Florio (1552-1625), uno dei nomi più gettonati dagli esperti, letterato di origini italiane con incarichi di prestigio a corte, per il quale era sconveniente firmare opere del teatro popolare. Ne è certo il giornalista Umberto Mojmir Ježek, che nella nuova edizione aggiornata del suo saggio Chi ha scritto Shakespeare? (Graus Edizioni) racconta il “test di paternità” condotto con l’AI. «Comparando tutte le parole delle opere di…

NOVITÀ ESCOPERTE

IL VIBRATO DI FREDDIE

La sua voce era uno strumento duttile e potente. E la sua tecnica vocale, del tutto particolare, gli permetteva di spaziare tra generi diversi, mantenendo un’impronta unica e riconoscibile. Freddie Mercury possedeva un’estensione vocale di quasi quattro ottave, molte per un cantante non lirico. Classificabile come tenore, era più propriamente un baritenore, cioè un tenore con una maggiore estensione verso le note gravi. Nella musica lirica questo tipo di voce non è troppo apprezzato (ha un timbro un po’ “sporco”, senza essere caldo come quello del baritono vero e proprio), ma a Freddie Mercury permetteva di passare agilmente dalle note basse, ricche di profondità, a quelle acute, luminose e penetranti. Sotto la lente. Diversi studi scientifici hanno analizzato le caratteristiche del suo canto. Una ricerca pubblicata nel 2016 su Logopedics…

IL VIBRATO DI FREDDIE

PARIGI 1900 NON CHIAMATELA SARTINA

Era l’arbitra dell’eleganza nella Parigi di inizio Novecento. Se un abito lo disegnava Jeanne Paquin, si poteva star certi che poi lo avrebbero indossato le più importanti dame del tout Paris, le signore che contavano. Le sartine della sua maison – come si disse fin da allora per definire una casa di moda – erano sempre all’opera per cucire capolavori di sete e trine che poi sarebbero stati sfoggiati all’Opera o in qualche grand bal. E l’indirizzo era così famoso da dedicargli persino un quadro: intorno al 1900 lo dipinse Jean Béraud (1849-1935), il pittore della vita parigina (e che ispirò il personaggio di Elstir a Proust per la sua monumentale Recherche). L’olio su tela (55 x 42 cm), intitolato Sortie des ouvrières de la maison Paquin rue de la…

PARIGI 1900
NON CHIAMATELA SARTINA

UNA GIORNATA DA...

EUNUCO NELL’HAREM COSTANTINOPOLI 1868 Spalanco la grande Porta della voliera che separa l’harem dal resto del palazzo. “Potrei andarmene”, penso. Già: ma dove? E per fare che cosa? In fin dei conti qui nell’harem del Palazzo di Dolmabahçe, il palazzo imperiale del sultano ottomano, ho una posizione, un lavoro, vitto e alloggio. Fuori, da solo, un eunuco come me che cosa potrebbe fare? Lo so, voi occidentali non potete capire, credete ancora a quello che vedete nei dipinti: le odalische seminude, le orge e le dissolutezze. Non è così, non sempre almeno: posso ben dirvelo, io che abito qui da più o meno un decennio. La mutilazione. Ero un bambino felice, nel mio villaggio nella valle del Nilo: tutto è finito quando un mercante di schiavi mi ha catturato. Avevo…

UNA GIORNATA DA...

IL MITO Vesta Divinità romana connessa alla greca Estia, era la dea del focolare domestico, venerata privatamente in ogni casa. Il suo culto pubblico avveniva nel Tempio di Vesta (le cui rovine sono visibili nel Foro romano) e consisteva nel mantenere acceso il “fuoco sacro”. Questo compito era affidato alle vestali, le sacerdotesse consacrate alla dea, la cui caratteristica era la verginità, mantenuta per tutta la durata del sacerdozio. Il culto di Vesta (sotto, in un quadro settecentesco) era importantissimo: la dea veniva celebrata soprattutto durante i vestalia, intorno al 9 di giugno. Estinto. Nel 391 d.C. l’imperatore Teodosio diede ordine di spegnere il fuoco sacro custodito nel Tempio di Vesta a Roma, poiché lo considerava un culto pagano. LA VIGNETTA CHI È LA PIÙ ODIATA DEL REAME? Il 5…

TUTTA COLPA DI ALFREDO

Negli States quasi tutti i ristoranti italiani le hanno nel menù. Inoltre, è facile trovarle nei supermercati americani surgelate oppure in versione precotta in scatola. Parliamo delle fettuccine Alfredo, una ricetta della tradizione romana in cui la pasta viene mantecata con abbondantissimo burro e parmigiano fino a essere completamente immersa in una crema bianca. Ma come mai un piatto tanto popolaresco e semplice è così famoso negli Stati Uniti? Intanto bisogna dire che per molto tempo, fin dal Medioevo, il condimento prediletto per la pasta è stato il formaggio, a cui solo occasionalmente si aggiungeva il burro. In epoca medievale i pomodori non erano ancora giunti in Europa dalle Americhe e quindi il classico sugo “rosso” era ancora molto in là da venire. Comunque, la pasta al burro e formaggio,…

TUTTA COLPA DI ALFREDO

“Sono giaciuto pigramente sul letto e, benché lo desiderassi, non ho potuto usare la parte che dà piacere all’inguine sfinito[...]. Il mio membro pigro, come toccato dalla fredda cicuta, rese inefficace il mio proposito”: così lamentava il poeta latino Ovidio negli Amores, tormentato da un dilemma: e cioè se il fallimento amoroso con Corinna fosse stato provocato dall’essere stato stregato da veleni tessalici, da un ignoto incantesimo oppure da una maga che gli aveva piantato a sua insaputa aghi nel fegato. “Quale vecchiaia mi aspetta, se già la gioventù manca ai suoi obblighi?”. SIMBOLO DI POTENZA. I tormenti di Ovidio riecheggiano la più grande paura primordiale maschile: quella dell’impotenza sessuale. «Il mito della forza del fallo è uno dei più grandi archetipi mai esistiti nel mondo», spiega lo storico della…

Chiamatelo GENOCIDIO

Fino a ottant’anni fa esisteva il crimine, ma non il nome. Fu soltanto nel 1944 che, per definire lo sterminio di un popolo, il giurista polacco Raphael Lemkin coniò la parola “genocidio” e ne tracciò i confini legali. E ci sono protagonisti della Storia a cui sono state dedicate strade e statue, ma il nome di Raphael Lemkin ha rischiato, di cadere nell’oblio. La sua morte, nel 1959, non ebbe nemmeno una riga sui giornali dell’epoca e alla cerimonia funebre erano presenti solo sette persone. Ma perché ricordarlo? Perché grazie a Lemkin, giurista polacco di origine ebraica, oggi possiamo definire con una parola precisa e implacabile i crimini efferati come la Shoah o lo sterminio degli armeni da parte dei turchi durante la Prima guerra mondiale, e i colpevoli di…

Chiamatelo GENOCIDIO

Chi ha ucciso MALCOLMX?

Il 21 febbraio 1965, all’Audubon Ballroom di Harlem, New York, oltre 400 persone sono pronte ad ascoltare il discorso che Malcolm X sta per tenere all’Organization of Afro-American Unity, il movimento da lui fondato appena un anno prima per promuovere l’unità degli afroamericani. La sala è gremita, ma in pochi attimi l’attesa si trasforma in tragedia: nel caos causato da un alterco, un uomo salta fuori dalla folla e spara al petto dell’attivista con un fucile a canne mozze, mentre due complici lo raggiungono sul palco crivellando la vittima a pistolettate. Con quella cruenta morte si spegneva una delle voci più controverse nella lotta per i diritti civili negli Stati Uniti. E a sessant’anni da quel giorno non è stata ancora fatta completa luce sull’assassinio. Nuove rivelazioni alimentano infatti l’inquietante…

Chi ha ucciso MALCOLMX?

PENNELLI E COLTELLI

“In Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e che cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù”, notava il personaggio interpretato da Orson Welles nel film di spionaggio Il terzo uomo (1949). E almeno su un fatto non gli si può dare torto: tra la nebbiolina della velatura a calce di Raffaello Sanzio, il candore dei marmi di Michelangelo e l’oro nei dipinti di Sandro Botticelli, il XVI secolo è tinto di profonde sfumature rosso sangue. Il Cinquecento è stato infatti il secolo della cultura rinascimentale, delle grandiose architetture e del progresso scientifico, geografico e tecnologico, ma anche l’epoca del Sant’Uffizio, della caccia…

PENNELLI E COLTELLI

SCUOLA DI GUERRA

Ogni epoca ha la sua modalità specifica di fare la guerra, ma ce n’è una che le racchiude quasi tutte. Una guerra di trincea come nella Prima guerra mondiale? C’è. Cariche di cavalleria come nel Medioevo? Ci sono. Falangi con le lunghe picche come ai tempi di Alessandro Magno? Eccole. Formazioni di tiratori con armi da fuoco come nel Seicento? Ci sono. Assedi alle piazzeforti come nel Settecento? Stragi di civili come nella Seconda guerra mondiale? Artiglierie pesanti sul campo di battaglia come nella Guerra di secessione americana? Saccheggi e scaramucce come nell’Alto Medioevo? Ci sono anche questi. Nel Rinascimento e nelle Guerre d’Italia, di quel periodo, c’è tutto. Perché si tratta di un’epoca di transizione, del vero passaggio dal Medioevo all’Età moderna, dalle armi bianche a quelle da fuoco,…

SCUOLA DI GUERRA

GLI UOMINI D’ARME

Una delle figure tipiche del Rinascimento è quella del condottiero. Ma non si tratta più di un capitano di ventura come lo era due secoli prima (v. articolo precedente), nel Medioevo, quando l’uomo d’arme – con la compagnia di ventura da lui formata – si metteva al servizio del miglior offerente. Nelle Guerre d’Italia della prima metà del ’500 subisce invece una metamorfosi: il comandante non si sposta più con la sua masnada (l’unico che comanda ancora le sue bande è Giovanni de’ Medici), ma attraverso il processo inaugurato dai veterani delle guerre europee diventa un condottiero mercenario: un professionista della guerra che, forte del suo bagaglio di esperienze, punta al comando di interi eserciti e si fa ingaggiare – anche da solo – per guidarli. Qui presentiamo i due…

GLI UOMINI D’ARME

IL SACCO DI ROMA

“Lanzichenecchi”, una parola che evoca scenari angoscianti di profanazione, violenza e distruzione. Quando il 6 maggio 1527 i famigerati mercenari tedeschi al soldo di Carlo V sfondano le difese di Roma ed entrano a Borgo, quartiere a ridosso della Basilica di San Pietro, danno inizio a un brutale saccheggio, poi ricordato come il più spaventoso tra quelli subiti dell’Urbe nella sua storia millenaria. Per otto giorni la città è teatro di massacri, razzie e stupri che non risparmiano nessuno: uomini e donne, laici e prelati, anziani e bambini. A questa tragedia segue un’occupazione di nove mesi, durante i quali gli invasori trasformano Roma in un girone infernale. Incredulo e disarmato, papa Clemente VII ripara a Castel Sant’Angelo, tentando una mediazione disperata per salvare la capitale del cristianesimo dalla rovina. LE…

IL SACCO DI ROMA

“Uscire a cena di notte senza far prima un buon testamento è da incoscienti davvero... tante sono le morti in agguato”. È con queste parole che, in epoca antica, il poeta Giovenale (I-II secolo d.C.) metteva in guardia i propri concittadini da una Roma gremita di malviventi e criminali. L’Urbe nel Rinascimento non era molto diversa. Il lungo abbandono dovuto alla “cattività avignonese” e al Grande scisma d’Occidente aveva lasciato profonde ferite e le cronache dell’epoca descrivono una città pericolosa e degradata, in cui i maggiori edifici erano in rovina. Quando poi i papi tornarono a Roma, intensificarono gli sforzi per ridisegnare il volto della città caput mundi, tentando anche di ripristinare la sicurezza pubblica. Tuttavia, mentre le cupole delle basiliche prendevano forma e i palazzi nobiliari si levavano maestosi…

NON CHIAMATE IL DOTTORE

Nell’arte, nel pensiero filosofico e persino nella guerra il Rinascimento si lasciò alle spalle il Medioevo. Non fu invece così semplice per la medicina, un campo in cui a cavallo tra ’400 e ’500 non si possedevano conoscenze tanto diverse dai cerusici medievali. Qualche erba, qualche impiastro che a volte funzionava e su tutto, a dominare, la teoria degli umori elaborata da Ippocrate e Galeno. Secondo questi medici dell’antichità greco-latina nel corpo umano vi erano quattro fluidi (umori) che dovevano stare in equilibrio tra loro. La malattia era causata dall’eccesso di uno di questi umori e perciò si ricorreva a salassi o purganti, che liberavano il corpo dall’umore in eccesso. UN NUOVO NEMICO. Questi rimedi potevano però ben poco contro malattie come la peste, che infuriava periodicamente in Europa dalla…

NON CHIAMATE IL DOTTORE

Intrighi di corte, congiure e omicidi illustri: oltre ai fervori artistici e culturali, il Rinascimento conobbe una lunga serie di sordide trame spesso sfociate in tragedia. La scia di sangue iniziò nel Quattrocento per proseguire nel secolo seguente, coinvolgendo illustri famiglie in vari Stati della Penisola, l’una contro l’altra armate e pronte persino a uccidersi tra consanguinei (v. riquadro nelle pagine successive). Il tutto, in nome della sete di potere e di invidie personali che plasmarono un clima di tensione e precarietà assai distante dall’immaginario dorato e sfarzoso che molti hanno delle corti del tempo. MILANO ARMATA. Uno dei primi fatti di sangue a scuotere il XV secolo fu l’assassinio del duca di Milano Giovanni Maria Visconti. Tiranneggiante e sadico, fu fatto fuori il 16 maggio 1412 a seguito di…

IL LATO VIOLENTO

Il libro nero del Rinascimento Catherine Fletcher (Garzanti) Questo volume racconta il Rinascimento da un punto di vista insolito, intrecciando al tempo stesso bellezza e crudeltà, arte e politica. Gli splendidi capolavori di artisti come Michelangelo e Raffaello sono nati infatti in un’epoca segnata da persecuzioni, assassini, congiure e guerre. L’autrice esplora anche le vicende dimenticate di donne, mercenari ed emarginati, componendo un quadro complesso e affascinante che ridefinisce uno dei periodi più celebrati e ammirati della storia occidentale. Le grandi congiure del Rinascimento Riccardo Dal Monte (Newton Compton) Le trame oscure di un Rinascimento lontano dalle idealizzazioni. Dai Medici ai Visconti, passando per i meno noti Manfredi e Alidosi, l’autore ricostruisce complotti, assassinii e tradimenti che hanno segnato l’Italia di quei secoli. Episodi come l’omicidio di Galeazzo Maria Sforza…

IL LATO VIOLENTO

NELLA STANZA DELLA REGINA

Èla sera dell’8 luglio 1982. La regina Elisabetta II si ritira nella sua camera da letto di Buckingham Palace (2). Il marito Filippo dorme in un’altra stanza. La sovrana del Regno Unito è tranquilla, certo non immagina che qualcuno tra poche ore riuscirà a penetrare l’imponente sistema di sicurezza del palazzo. E non può neanche concepire che stia per farlo addirittura per la seconda volta! Il londinese Michael Fagan (1), infatti, solo qualche settimana prima è già riuscito a scavalcare il muro di cinta della residenza reale nonostante il filo spinato (all’inizio degli Anni ’80 ancora non ci sono le telecamere di sicurezza) e arrampicandosi ha raggiunto una finestra lasciata aperta: si è ritrovato nell’alloggio di una cameriera, da dove ha iniziato la sua prima esplorazione del palazzo. Girando per…

NELLA STANZA DELLA REGINA

Tutti pazzi per VENERE

Tutto ebbe inizio nel 1691, quando l’astronomo Edmond Halley presentò alla Royal Society di Londra i suoi calcoli sui moti dei pianeti. Tra i risultati c’era la previsione che il pianeta Venere sarebbe passato davanti al Sole (o meglio avrebbe avuto, come si dice in termini astronomici, “un transito”) nel 1761 e nel 1769. Sarebbe così stato possibile usare un metodo messo a punto dal matematico scozzese James Gregory nel 1663 per calcolare con precisione la distanza della Terra dal Sole. Per ragioni anagrafiche Halley, nato nel 1656, sapeva che non avrebbe potuto osservare di persona il fenomeno. Esortò allora per ben due volte le grandi potenze del tempo a inviare astronomi in quelle parti del mondo in cui il fenomeno sarebbe stato visibile, per osservarlo. Il metodo di misurazione…

Tutti pazzi per VENERE

Gli italiani, secondo Churchill

“Irta di colli, maestosa e invulnerabile, con i suoi monumenti e i suoi palazzi, con le sue splendide rovine non dovute a bombardamenti; essa sembra contrastare con i piccoli esseri che si agitano entro le sue mura”. È l’istantanea di Roma che, all’imbrunire del 21 agosto 1944, il primo ministro britannico Winston Churchill, in visita nelle zone d’Italia già liberate dal nazifascismo, volle inserire fra i suoi appunti, al termine di una giornata fitta di incontri con le autorità politiche e militari per fare il punto sulla situazione bellica a sette mesi dallo sbarco delle truppe alleate ad Anzio. E sono parole, quelle riportate dallo storico Antonio Spinosa nell’ormai classico libro Churchill. Il nemico degli italiani (Mondadori), che rivelano, nel loro stile refrattario a ogni concessione verso un popolo stremato…

Gli italiani, secondo Churchill

L’EUROPA DI PIETRO

Dall’inizio della guerra scatenata da Mosca contro l’Ucraina fra gli striscioni esposti nello stadio di San Pietroburgo dalle tifoserie della blasonata squadra di calcio locale, lo Zenit, compare l’effigie dello zar Pietro il Grande. Solo in apparenza è un’immagine estranea al contesto. Nella Russia putiniana che aspira a rinvigorire i fasti dell’impero zarista, mai appannati nel sentimento popolare, anche il calcio serve a mostrare i muscoli. E lo Zenit si addice bene allo scopo. Vanta vittorie in dieci campionati, nove Supercoppe e cinque Coppe nazionali, numeri record (i primi due assoluti) che sportivamente, nella testa di chi li scandisce, fanno il paio con le gesta di Pietro, lo zar cui si deve la fondazione della città e che sedette sul trono dei Romanov dal 1682 alla morte, avvenuta l’8 febbraio…

L’EUROPA DI PIETRO

Il giornale che parlava ai BAMBINI

“Piccoli amici nostri, che già vi raccogliete intorno a noi con un’attenzione grave e fiduciosa della quale non sono sempre capaci tutti i nostri innumerevoli amici grandi, voi avete il diritto di sapere subito come fu e come non fu che il Corriere della Sera ha pensato a voi”. Con queste giocose parole, scritte nel 1908 nell’editoriale “Come fu”, il Corriere dei Piccoli si presentò per la prima volta al suo nuovo giovane pubblico, tendendogli la mano per accompagnarlo in un viaggio avventuroso che avrebbe attraversato quasi tutto il travagliatissimo secolo. Il giornale debuttò infatti il 27 dicembre del 1908, grazie alla brillante intuizione della pedagogista e giornalista Paola Lombroso (v. riquadro), figlia del celebre antropologo Cesare Lombroso. Nel 1906 Paola Lombroso propose la sua idea a Luigi Albertini, direttore…

Il giornale che parlava ai BAMBINI

CARTOLINE ITALIANE

Borghesi e reali erano i grandi committenti dei vedutisti. Non si badava a spese per mettere in salotto uno scorcio d’Italia L’800 italiano nel Canton Ticino Nell’allestimento della mostra Carlo Bossoli. Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente ci sono anche scorci di Londra e Istanbul, vedute di Odessa e momenti cruciali della nostra storia, come le Cinque giornate di Milano. Info: Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera, www4.ti.ch/decs/dcsu/ La luce, la prospettiva, l’animazione rendevano uniche le scene minuziose Le vedute del ’700 a Cuneo L’esposizione cuneese Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città mostra la Roma barocca e la Venezia del ’700 nei capolavori provenienti dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma (Palazzo Corsini e Palazzo Barberini). Info: Complesso Monumentale…

CARTOLINE ITALIANE

MOSTRA BOLOGNA LA DINASTIA SAVINI Una famiglia di pittori sotto le Due torri. Che il talento possa trasmettersi di padre in figlio lo testimonia questa mostra al Museo Ottocento di Bologna, dedicata ai Savini: tre generazioni di pittori (bisnonno, padre e figlio) che hanno lasciato al capoluogo emiliano una ricca collezione di tele di epoca e gusto diversi. Ma non è stato semplice ricostruire il loro percorso artistico. Puzzle. I curatori hanno fatto un lavoro certosino. Sono andati a caccia di dipinti oggi appartenenti a diversi eredi e a collezionisti privati, imbattendosi in foto di famiglia e in testimonianze sulle tecniche pittoriche dei Savini. Hanno ritrovato gli schizzi dall’album del capostipite Giacomo (1768-1842), pittore neoclassico dedito soprattutto al paesaggio. O i soggetti storici di Alfonso (1838-1908), che si specializzò nella…

NEI PROSSIMI NUMERI

PRIMO PIANO MA FU COSÌ UNA BELLE ÉPOQUE? Libera dalle guerre dal 1871, l’Europa conobbe un periodo di progresso scientifico e tecnologico, di benessere, di sviluppo artistico e culturale. Da Parigi ai teatri italiani, dai grand hotel alle terme e a bordo dell’Orient Express, fu un’epoca di mondanità e svago, ma anche di sfruttamento. VITA QUOTIDIANA LE LEVATRICI Da sempre al fianco della donna nel momento più delicato, a inizio ’800 sono diventate ostetriche. I GRANDI PROCESSI I ROSENBERG In piena Guerra fredda furono processati e condannati a morte come spie dell’Urss. Lo erano davvero? Secondo i documenti desecretati... STORIA MILITARE 500 ANNI FA LA BATTAGLIA DI PAVIA Il 24 febbraio del 1525 la Francia e l’Impero asburgico, appoggiato dalle signorie italiane, si scontrano a Pavia nell’episodio cruciale delle Guerre d’Italia.…

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